di Roberto Checchi
C’è un posto nel mondo dove convogliano e si accomodano tutte le PAROLE.
E’ una buca per le lettere in una stazione di posta lontana che per alcuni può sembrare lontanissima e se così non fosse, ognuno in cuor suo si augura che possa diventarlo. Il VIAGGIO è un passaggio velocissimo d’ immagini che scorrono in sequenza, vanno di pari passo con i chilometri e si fanno compagnia a vicenda. LE PAROLE s’ incrociano, le parole restano e non volano, le parole si spiegano a volte confortano, le parole sorridono e risargiscono vecchie ferite aperte, le parole si elevano fin lassù dove tanti nel bisogno le indirizzano, molte si perdono, poche, le più pure, le migliori, arrivano a destinazione. Le parole si scambiano oppure incorniciano più punti di vista, le parole si spruzzano per terra o sui muri di popolate e sperdute città, a volte mancano e spiazzano.
Ne ho cercate di PAROLE, pure quelle pesanti più dei sassi che caratterizzano indimenticabili strade d’Europa, le ho conservate quasi in modo maniacale in una busta, per poterle inviare a quella stazione di posta lontanissima, convinto che un giorno sarei passato a ritirarla, ma non l’ho ancora fatto. Porto in GIRO sulle spalle un sacco di parole, quasi MAI le uso per prendere in giro, anche se non lo nego, a volte è successo. Con le parole ricostruisci i giorni, quelli fantastici, diversamente graffiano quelli RANDAGI, che vagano senza nessuna risposta ai mille perché. Certe parole possono riscoprire sapori genuini e risvegliare profumi ormai dimenticati, a volte anche le magliette intrise di sudore, in certe occasioni bagnate dalla malinconia, si fanno apprezzare.
Capita a tutti d’imprecare, meno son quelli che si spingono fino al turpiloquio e alla bestemmia, ma nella vita degli uomini, il codice delle parole troppo spesso non prevede leggi né regolamenti scritti e degenera. Quella volta è capitato a me. Tanti anni in VIAGGIO a cercar di capire se questo fiume di parole arriverà mai al tuo mare, quello dei NAVIGANTI poco SANTI e molto più POETI, perché la poesia soggiorna nel cuore della gente, piuttosto che fra le pagine dei libri, ha detto il filosofo Benedetto Croce e il ricordo è vivo. Se la risacca, in una non ben identificata occasione, spiaggerà il mio zaino di parole, MI FARO’ TROVARE PRONTO per appiccicare tra loro frasi o comporre versi nuovi, anche un’ anima non si separa mai dalle parole, quelle forti, per niente banali che la tengono ancorata da questa parte, alla terra nuda e mentre ASPETTO CHE TORNI, solo una cosa ti chiedo, tu che raramente mi hai risposto no…… ABBI CURA DI ME.