Si è conclusa oggi, venerdì 11 agosto la nostra …in sella per Amatrice, un viaggio di 4 tappe per complessivi 395 chilometri, che il Pirata insieme ai suoi compagni di viaggio, Dario Chiti, Alessio Monaco, Giorgio Trinci, Daniele Gherardini, Cristiano e Luca Gelichi e la grandiosa Alessandra Pareti, hanno affrontato per recapitare il contributo ricavato dall’evento sportivo dello scorso 5 luglio, denominato Pirata by Night for Amatrice. Un viaggio impegnativo, sia per la calura che ci ha accompagnato in queste tappe, sia per lo scarso allenamento di alcuni di noi, ma che comunque non si sono mai scoraggiati.
il gruppo al Piazzale Michelangelo
Nella prima tappa, con partenza lunedì 7 agosto da Agliana a Castiglion Fiorentino, sono stati percorsi circa 134 chilometri, con un dislivello di 800 metri. Il percorso una volta giunti a Firenze, ha fatto tappa al piazzale Michelangelo per alcuni scatti fotografici, per poi proseguire da Bagno a Ripoli all’ascesa del San Donato. Poco prima di scollinare, saputo della nostra partenza tramite il social, alcuni tesserati appartenenti al gruppo AVIS di Montevarchi ci sono venuti incontro, per poi accompagnarci dal Burchio, lungo il Valdarno, transitando appunto da Incisa, Figline e San Giovanni fino a Montevarchi, dove insieme a loro abbiamo fatto una pausa nella piazza comunale, dove ci hanno offerto uno spuntino, prima di salutarci e ripartire per Levane e salendo a Civitella Valdichiana, per concludere la nostra prima frazione con 39 gradi centigradi, che con le dovute soste ci ha tenuto in sella per oltre 7 ore, arrivando così a Castiglion Fiorentino. Dopo il riposo pomeridiano, abbiamo trascorso la serata nel borgo antico cenando nel ristorante in piazza San Francesco. Ci sarebbe molto da vedere in questa cittadina della provincia aretina, ma preferiamo riposarci per poter ripartire riposati l’indomani, essendo stanchi ma anche molto soddisfatti, della nostra prima giornata.
con gli amici dell’AVIS MONTEVARCHI
La seconda frazione, martedì 8 agosto lasciato Castiglion Fiorentino, prende la direzione di Camucia, giungendo così al confine tra la Toscana e l’Umbria, dove ci apprestiamo a passare da Castiglione del Lago, costeggiano il lago Trasimeno fino a Montebuono dove inizia un percorso molto impegnativo nei continui saliscendi che da Mugnano scollinano a Cerqueto, discesa su Marsciano e nuova salita a Fratta Todina, dove all’esterno delle mura, un fontanone ha refrigerato il nostro passaggio. Tutti molto provati, in quanto una volta discesi da Fratta Todina e attraversato il fiume Tevere si è giunti alla splendida cittadina di Todi dopo 97 km e un dislivello finale di 1100 metri. La frazione è durata circa 4 ore e mezzo, ma l’asperità maggiore è stata nel finale, infatti per salire a Todi, una salita di 1200 metri ci porta in paese con oltre il 20% di pendenza, tanto che anche le auto al seguito hanno faticato non poco. Qui giunti in agriturismo, un ottima accoglienza da parte dei proprietari. Il pomeriggio trascorso per alcuni in camera a riposarsi e per altri in piscina a divertirsi, ci ha fatto meditare per una cena arrangiata da noi. Infatti dopo aver visitato Todi e il suo centro urbano, abbiamo fatto spesa dell’occorrente e preparato la nostra cena. Durante la serata si è aggiunto a noi “Santino” il contadino di 78 anni che con i suoi racconti di vita trascorso ci ha reso la serata allegra, grazie anche al vino da lui gentilmente prodotto e offerto. Lasciato Santino andare a riposare (si alza alle 3 di notte per iniziare la sua giornata lavorativa), dopo aver sparecchiato siamo andati a coricarci aspettando la nuova tappa dell’indomani.
la ciurma a TODI
Mercoledì 9 agosto, una terza tappa apparentemente facile, quella che da Todi ci porterà a Rieti. I chilometri complessivi saranno 81 e il dislivello di circa 910 metri e sono stati coperti in poco più di 4 ore. Lasciato Todi, la strada procede a tratti in discesa a tratti in leggera ascesa, sempre una sorta di mangia e bevi, poi invece per un lungo tratto la strada si fa pianeggiante, transitando da Collevalenza, dove si costeggia l’arteria principale la E45, fino alla stazione di Massa Martana, strada molto ombreggiata e scorrevole. Giunti ad Acquasparta, appena passato il centro abitato, imbocchiamo la vecchia Flaminia, la strada romana costruita dagli antichi Romani intorno al 220 A.C. Dopo qualche chilometro pianeggiante, la strada inizia a salire dolcemente fino a Poggio Azzuano e rimarrà in quota passando vicino alle sorgenti Sangemini, giungendo al paesino di Cesi. Qui inizia una difficile discesa che ci porta alla periferia di Terni nord. Piano piano ci addentriamo nel centro della cittadina umbra, fino ad arrivare, una volta attraversato il fiume Nera, all’imbocco della salita a Marmore, l’omonimo paesino che da il nome alle famose cascate. Dopo una breve sosta, ripartiamo scendendo lungo la provinciale numero 3, fino a Piè di Moggio, confine tra la regione Umbria e il Lazio. Da qui percorriamo una provinciale con asfalto nelle migliori condizioni, in quanto la strada principale è una sorta di tangenziale ad alta scorrevolezza con molte gallerie. Una volta giunti in località Terria, si percorrono strade in mezze a campi di girasoli che ci porteranno alle porte di Rieti. La cittadina Reatina, è molto facile da attraversare, giungendo così alla nostra meta della nostra terza tappa. Daniele Gheradini non stanco degli 80 km percorsi, decide di andare a scalare il vicino monte Terminillo, un ascesa di ben quasi 17 km, mentre il resto della comitiva si rilassa nella piscina dell’Hotel. La serata ci porta a visitare il centro storico di Rieti, giungendo nella piazza San Rufo, meglio conosciuta come il Centro d’Italia. Dopo una serata in pizzeria, torniamo in Hotel pronti ad affrontare la tappa più emozionate, quella che ci porterà alla conclusione della nostra missione a Amatrice.
in sella per AMATRICE arriva a RIETI
Giovedì 10 agosto, come ogni giorno sveglia alle 7,00 per la colazione e pronti per le 8,00 a partire. Rieti Amatrice, per la strada che abbiamo scelto di percorrere, dista circa 82 km con un dislivello finale di 1100 metri, che abbiamo percorso in circa 4 ore e 15 minuti. La strada che percorriamo, è la Salaria per l’Aquila e costeggia il fiume Velino. Dopo un breve tratto in pianura, la strada inizia a salire con una lieve pendenza, passando dalle antiche Terme di Cotilia con le sue vasche di acqua termale solforosa. Man mano che pedaliamo si scorgono antichi borghi affacciarsi sul fiume, come Borgo Velino e Antradoco, una volta passato quest’ultimo paese, la strada entra nelle gole del Velino, qui con la dovuta attenzione e la copertura delle nostre ammiraglie abbiamo dovuto passare sotto 6 gallerie prima di giungere alla località di Posta. La mattinata è fresca e appena arrivati a Posta, consultandoci con un cicloamatore locale, abbandoniamo la Salaria deviando per Barbone, sulla regionale 471. La strada procede fresca e con leggera pendenza, permettendo a tutti, dopo la stanchezza dei 4 giorni di pedalare agevolmente. Senza accorgersene, sconfiniamo nella regione Abruzzo, fino a salire ai 1054 metri del Valico di Casale Bottone. La strada per continua a salire per Santa Vittoria a quota 1100 metri, dove alla fontana riempiamo le nostre borracce. Da qui inizierà una lunga discesa che ci riporterà nella regione Lazio, all’altezza di Torrita, località sulla Salaria che avevamo abbandonato a Posta. Subito dopo, si intravede il bivio per Amatrice e decidiamo di giungere alla meta da questo versante. Una volta discesi ai piedi del Lago di Scandarello, prendiamo questa strada che fino a qualche anno fa era una carrareccia con fondo ghiaioso, ma dopo il terremoto è stata asfaltata per permettere nuove viabilità per Amatrice. La strada inizia a salire dolcemente con ottimi tratti ombrosi, iniziamo con non poca emozione a guardarci intorno incuriositi da quello che ci potremmo apprestare a vedere, ma non riusciamo ancora scorgere niente.
Villaggio Lo SCOIATTOLO a AMATRICE
Oramai manca davvero poco, e iniziamo a vedere i primi segni del terremoto già dalle strade franate e dai nuovi tratti ricostruiti, come il ponte della Rinascita che ci porta inizialmente al villaggio campeggio che ci ospiterà. Non ci fermiamo, io vengo colto da una forte emozione che mi porta a commuovermi per svariati motivi, la nostra andatura si fa sempre più lenta, iniziamo a vedere con i nostri occhi, quello che l’anno scorso i telegiornali ci mostravano di questa tragedia. E’ difficile da descrivere, forse una città bombardata dalla guerra offre uno scenario migliore rispetto a quello che i nostri occhi vedono, avvicinandosi a quel che resta di Amatrice, scorgiamo le nuove “abitazioni” assegnate ai più fortunati, le banche, gli uffici vari nei conteiner, questo ancor prima di giungere alla zona rossa. Arrivati al bivio la strada verso sinistra che portava al centro dell’abitato, crea in noi subito una forte emozione nel non vedere quello che non c’è più, cumuli di macerie, case accasciate e sventrate, non è certo un belvedere. Tutta l’area è presidiata dall’esercito, gli alpini piantoneggiano per evitare l’intrusione dei non addetti ai lavori e degli “sciacalli” che non sono mancati anche qui. Percorriamo in sella alle bici le varie stradine che possiamo percorrere, rendendoci conto di quante sono le problematiche di questa cittadina che ospitava circa 2000 abitanti fissi, ma che arrivava a numeri ben superiori nei mesi estivi.
la consegna del gagliardetto del PIRATA a FABRIZIO titolare dello SCOIATTOLO
Torniamo al Villaggio Scoiattalo, anch’esso con la struttura in muratura del ristorante reso inagibili. Fabrizio il proprietario non è uno di quelli che demorde, con le proprie forze a messo in piedi un mega struttura campale adibita a ristorante, avendo perso anche la piscina, ne ha montata una di quelle smontabili. Lui la sua famiglia riescono a tirare avanti, vivendo nei piccoli bungalow che hanno al suo interno, ospitando turisti nel loro ottimo ristorante e per chi vuol dormire come noi, nelle tende intorno al laghetto della pesca sportiva. Appena cambiati, ci ha accomodato a tavola, portandoci antipasti con salumi e formaggi locali. Fabrizio, un uomo sempre con la battuta pronta che affronta con fatica giornalmente il periodo a lui più redditizio, ci porta un mega vassoio di spaghetti all’Amatriciana e per secondo gli arrosticini. Fabrizio è il nostro primo contatto con Amatrice, dopo pranzo si siede accanto a noi accogliendo le nostre iniziative e illuminandoci con le varie realtà del posto. Ci mette in contatto con l’associazione Amatrice 2.0, con cui prendiamo contatto nel tardo pomeriggio. Ad accoglierci, Luigi Fontanella che ci accompagna nella sua “nuova dimora” lui che aveva la casa nel centro storico. Con lui la sua fidanzata Eleonora Savi, anche lei facente parte dell’organizzazione. Ci accomodiamo e una volta presentati gli illustriamo quello che abbiamo fatto e quello che vorremo continuare a fare in futuro per loro.
AMATRICE 2.0 su FACEBOOK
Perchè AMATRICE 2.0? Noi, il pirata e i suoi compagni di viaggio, in accordo tra di noi, abbiamo voluto saltare il passaggio delle istituzioni, senza voler fare bonifici bancari, decidendo di portare direttamente in mano loro, il nostro piccolo contributo. A Amatrice 2.0, perchè è una giovane realtà locale che è conoscenza, senza alcuna discriminazione tra loro, delle reali problematiche delle persone locali. Nel parlare con loro è la fiducia che secondo noi è prevalsa nei loro confronti. Tornando al campeggio, insieme a Fabrizio una bella fotografia con la consegna del gagliardetto dell’Asd Angolo del Pirata.
insieme a ELEONORA e LUIGI di AMATRICE 2.0
Purtroppo per motivi di impegni imprevisti, Giorgio, Luca, Cristiano e Alessandra, sono dovuti ripartire già ieri giovedì 10 agosto, mentre il Pirata, Dario, Alessio e Daniele si sono trattenuti a pernottare in tenda, ma questo non prima di un ottima cena sempre in loro compagnia sempre con una bella Amatriciana, bianca questa volta, e carne alla piastra, accompagnata da un ottimo vino, festeggiando cosi la nostra piccola “impresa” gara benefica, viaggio in sella alle nostre biciclette e il nostro/vostro contributo. Colgo l’occasione, per dirvi che chiunque di voi voglia trovare un weekend da dedicare ad una bella gita fuori porta, di recarsi in questi posti, per potere vedere con i propri occhi, quel che noi abbiamo visto e di poter contribuire ristorandosi con le realtà locali, perchè di questo loro hanno bisogno. Loro sanno che gli italiani sono un popolo generoso, fate un salto ad Amatrice e se vi capita di fermarvi allo Scoiattolo a mangiare, portate i saluti del Pirata e della sua ciurma. Prima di ripartire, oggi venerdì 11 agosto, abbiamo voluto vedere anche le frazioni circostanti Amatrice, fino ad Accumoli e anche qui non son certo in buone condizioni. Signori, ciclisti, sportivi, ITALIANI, aiutate la vostra gente, ne hanno veramente bisogno. Posso dire con orgoglio, a nome mio e di chi ci ha accompagnato in questo viaggio e di tutti coloro che nel loro piccolo hanno contribuito, che sono veramente felice di aver intrapreso questa iniziativa e comunque non finisce qui! Tutte le foto saranno visibili quanto prima sulla pagina facebook de L’angolo del Pirata.
Complimenti bellissima iniziativa !!