di Roberto Checchi
Sono solo parole ecchisenefrega, sarò di parte, ma come Vincenzo diverte su ogni tipo di traguardo, IO mi diverto a scrivere, qualcuno forse, proverà qualcosa di bello, anche l’ infinitesima parte di un’ emozione è sufficiente per capire che il messaggio è arrivato o meglio è giunto a destinazione quel convoglio di sorprese e meraviglie, che ogni volta stimola il cervello e invoglia a seguire e a leggere riga dopo riga, verso dopo verso, la narrazione di un’ impresa, perché anche nella sconfitta, potete starne certi, di capolavoro si tratta, soltanto per il fatto d’ averci provato.
Che vai a fare a SANREMO? A cantare? O meglio a cantarle a TUTTI. Quelli che da sempre nutrono affetto e fiducia, fan crescere il sostegno e la simpatia e gli scettici, TUTTI quelli che ogni volta affermano: il ragazzo ha fortuna o per dirla in modo diretto E’ SOLO QUESTIONE DI CULO.
Non nego che lo sport sia fatto anche di quello, ma nella prima posizione di un’irreale classifica delle priorità, vengono CAPACITA’, TALENTO, SELF CONTROL, FANTASIA e INVENZIONE, non a caso uno come lui s’è formato a casa di LEONARDO, proprio sotto il San Baronto e per uno strano caso del destino QUALCOSA di DIVINO, sicuramente extraterrestre, ha voluto che il paese, luogo da cui diramano tutte le strade di chi ama la bicicletta e il movimento del PEDALARE, si chiamasse VINCI, posto che va perfettamente d’accordo con VINCENZO. Mi correggo, non è uno sgarro a Mastromarco è solo questione di nascita, VINCI c’era già molto tempo prima che prendesse corpo e forma l’UNIVERSITA’ DEL CICLISMO.
Dicono che l’idea del prototipo di bicicletta sia nata proprio da queste parti, così come buona parte delle armi da guerra moderne o tutta una serie di opere d’ingegneria e forse la mente di LEONARDO tra migliaia di pensieri e idee aveva architettato pure il GIOCO DI SQUADRA, senza mai portarlo a termine.
SANREMO, la classicissima, la prima tra le grandi o la più “pallosa” tra le corse dell’intera stagione. Trecento chilometri dove non succede assolutamente niente da diversi anni, dove oggi nemmeno i geniali colpi di una mente sopraffina come quella di TORRIANI che volle inserire nel progetto di selezione naturale applicato all’origine della specie, prima il Poggio e poi la Cipressa, fanno più la differenza fra cento corridori che si giocano il successo sul traguardo di VIA ROMA. Trecento chilometri che nonostante tutto ti tengono ogni anno appiccicato con l’ATTAK davanti al televisore, incollato come il geco sul muro nelle sere d’estate che aspetta impaziente di sferrare l’ attacco alle farfalle che svolazzano intorno alla luce accesa. Da SQUALO a GECO il passo è breve. Mentre tutti gli altri si controllano, aspettano la mossa dell’avversario, si temono e non offendono, tutt’altro si chiudono a riccio in difesa, c’è chi non se lo lascia dire due volte : QUI SI FA L’ITALIA, O SI MUORE !!!
La storia c’insegna che qualcuno in passato questa frase l’ha già pronunciata, ma si adatta sempre a tutte le situazioni costruite con CORAGGIO che invitano al RISCHIO e ci fanno sentire EROI di giornata o per tutta la vita. Vinc Enzo non è mai stato un eroe, perché è sempre stato un SUPEREROE mascherato nella pancia del gruppo come BATMAN, forte più di SUPERMAN, imprevedibile più di SPIDERMAN, cattivo più di HULK, veloce più di FLASH e se volete romantico più di ZORRO e avventuroso più di TARZAN.
Bastano dieci secondi di distacco per arrivare con una spettacolare cavalcata in solitario sul traguardo che più di tutti si presta a centomila combinazioni?
Quando tutto gira verso la rassegnazione, il cercare di mantenere il più possibile l’intero plotone amalgamato, le lingue diverse si mescolano insieme alle divise colorate e ai mezzi meccanici spaziali, quando tutto gira a favore degli ultimi potenti signori della velocità, quando tutto volge al solo DESIO di arrivare a ranghi compatti, ecco che entra in gioco la FANTASIA, l’ESTRO la capacità di far saltare il banco in ogni occasione che si presenta, perché nella patria del gioco d’ azzardo bisogna esser abili anche in questo. BRUNO ha sempre saputo che il ragazzo proviene da un altro pianeta e seduto sulla sua stella non ha sicuramente trattenuto l’entusiasmo, CARLO lo conosce troppo bene e da genitore ne va orgogliosamente fiero e il pensiero inevitabilmente corre fino a BRUNA. E VOI? Chiudete gli occhi e lanciatevi in discesa a ottanta forse cento chilometri orari sulla sella di un FOLLE o di un DIO DELL’OLIMPO sceso sulla Riviera dei Fiori solo perché ama divertirsi a planare dalla collina come il falco in picchiata, perdonatelo se con nessuno di VOI non ha niente in comune, NIBALI si ama soprattutto per questo, oggi c’è anche una ragione in più, per volergli un bene dell’anima. PERCHE’ SANREMO E’ SANREMO! NO……?