La mia Eroica
Domenica 5 ottobre 2014, è stata la mia 6° eroica, dopo aver affrontato per 3 volte consecutive il percorso lungo di 205 km, quest’anno ho scelto di fare il percorso da 75 km, vuoi perchè il mio fedele compagno di avventura, Federico Bellocci, quest’anno non era stato sorteggiato e quindi mi sarei ritrovato a farlo da solo, ma soprattutto perchè quest’anno volevo godermela appieno. Sono arrivato a Gaiole alle 7.45, e la griglia era colma di eroici, pronti per poter partire al via dei percorsi di 38 e 75 km. Ritiro il pettorale e entro in griglia anche io, con la mia Colnago Super del 1973 tutta originale. Si inizia da subito a respirare l’aria di festa che circonda tutti. Alle 9.30 sono al punto di partenza, dove viene apposto il primo timbro sulla Scheda di partecipazione.
Poco dopo la partenza, mi affianca un tipo con maglia della Bianchi, mi fa un complimento sulla mia Colnago Super del 1973, facciamo conoscenza e scopro che è un ex professionista, Camussa Piergiorgio di Novi Ligure, procediamo insieme e percorriamo il primo tratto di strada sterrata che porta al Castello di Brolio, dove c’è ancora qualche torcia accesa che illuminava il tratto di coloro che avevano intrapreso i percorsi di 135 e 205 km, quando ancora era buio. In vetta al Castello di Brolio, trovo Federico con gli amici della Bisenzia di Prato, saluto Piergiorgio e proseguo con loro.
Dopo il tratto di strada bianca in discesa, riprendiamo la strada asfaltata che velocemente ci porta a Pianella e da qui di nuovo strada bianca dentro l’Oasi di Vagliagli. La strada sembra pianura, ma non lo è e lo avverti dai rapporti che devi tenere, io ho sempre gli originali 53/41 davanti e 12/21 dietro, metto subito il rapporto più agile e mi godo il paesaggio della campagna del chianti, dalla parte opposta il Castello di Brolio, la polvere e i profumi delle viti rendono tutto ancora più magico. Nell’ultima parte della strada bianca, arriva la foratura come nella precedente edizione durante i 205 km. Con l’aiuto di Federico sostituisco il tubolare e con una minipompa lo gonfio fino dove posso. Riparto e dopo poco ritrovo la strada asfaltata, che con una bella salita mi porta a Radda in Chianti, dentro il centro di Radda fra tanta gente che applaude, c’è il primo ristoro, mangio qualcosa ma non mi abbuffo, so che al secondo ristoro ufficiale mi lascerò andare.
Gonfio la ruota, 2° timbro e riparto, da qui sono solo, perchè Federico e i suoi amici non essendo iscritti non si sono fermati. Da Radda in chianti si scende sulla chiantigiana e si prosegue in pianura per circa 6/7 km, vado a naso, perchè oggi non ho garmin/polar, o altre diavolerie, ma solo le sensazioni del cuore e della mente. Dopo questo tratto, di nuovo salita fino a Panzano, dove nel centro ci aspetta il Cecchini per un ristoro non ufficiale, ma altrettanto fornito di salumi prosciutto e vino che non puoi fare a meno di fermarti, anche perchè so che mi aspetta il tratto più duro di questo percorso.
Inizia subito la strada bianca e in salita, una salita lunga 7 km con pendenze micidiali, in certi punti sia per lo sterrato che per i rapporti, non riesco a salire e sono costretto a mettere il piede in terra. Terminata la salita, dopo poche centinaia di metri, ecco il secondo ristoro ufficiale a base di ribollita, affettati, formaggio e uova e questa volta ci allungo anche un bicchiere di vino. Terzo timbro e nuovamente in sella, la strada sempre bianca, sale dolcemente ancora per poco, poi inizierà una brutta discesa dove bisogna fare molta attenzione.
Alla fine della strada bianca, si giunge nel bellissimo borgo del Castello di Volpiano, mi fermo un momento per godermi il paesaggio e riparto.
Ancora un pò di discesa e poi la strada inizia nuovamente a salire, stavolta su asfalto. Il tratto di strada percorso da Radda fino a questo punto, viene fatto solo nel percorso di 75 km, mentre adesso sono nuovamente, sul tratto di strada che si ripercorre anche nel percorso di 205 km. La salita è dura e mi domando come posso averla fatta gli anni scorsi, dopo aver percorso 180 km, ma stavolta la salgo con un buon passo.
Dopo 5 km di salita, si svolta a destra, su una strada bianca per la località di Vertine, è l’ultimo tratto di strada bianca, ed è da togliere il fiato, veloce, con un paesaggio incredibile intorno, 2 km di pianura con gli ultimi 3 in picchiata su Gaiole. Arrivo nel centro di Gaiole che sono le 14.30, dove c’è tanta gente che ti festeggia. Ho impiegato 5 ore per percorrere i 75 km e apporre l’ultimo timbro sulla scheda di partecipazione, sono tante è vero, rispetto a quelle che impieghiamo per una normale granfondo, ma sono quelle che ci vogliono, per godersi in pieno l’Eroica, per vivere la bicicletta con lo spirito per cui è stata concepita. E come ogni volta, alla fine mi domando come facevano prima a gareggiare con queste bici, questi rapporti durissimi, il nostro del manubrio inesistente, le scarpe talmente fini, che ritrovi con le mani e i piedi in alcuni punti sbucciati, ma loro erano superuomini
e con questi pensieri, con negli occhi i colori di questa giornata di sole e con il cuore pieno di gioia penso già alla prossima eroica.
Claudio Masolini