le Piratesse Silvia e Cristina
Testo e fotografie di Taffe
Piratesse sul Promontorio di Piombino (LI)
Nelle vacanze da Natale a capodanno ho praticamente pedalato ogni giorno. Il freddo ha favorito ogni giorno la scelta della bici con le ruote grosse, godendo così del tepore del bosco e inebriandomi di panorami splendidi. Le fotografie pubblicate precedentemente, hanno fatto venire voglia alla mia compagna di squadra, ma soprattutto di grandi fatiche ciclistiche su strada, Cristina Dazzi, di venire a trovarmi e scoprirli. Eravamo già d’accordo che sarebbe venuta a Piombino per il weekend della Befana, ma la cosa più sorprendente, è che per venire e riuscire ad arrivare a quei panorami, si è comprata appositamente la MTB. Quindi fresca della nuova babygirl, l’ha caricata in auto ed è venuta a collaudarla sul Promontorio.
Sabato mattina, siamo partite per un giro semplice, ci ha fatto compagnia Marco Merlini del Prosecco Team, detto “Il Merlo”, gli altri erano malati o impegnati,. Ognuno di noi ha un soprannome. Optiamo per partire dal sentiero del “Pensionato”, un sentiero senza difficoltà, con brevi salite e discese. Vivendo in un posto così particolare sul mare, ovvio è che per andare e venire ovunque, bisogna salire, scendere e risalire, a meno che non si finisca sull’asfalto e rientrare in mezzo al traffico e al cemento. Incontriamo Marco Papi, noto ciclista eroico di grande esperienza e umiltà. Lui con una bici da eroica o da ciclocross, gira per i sentieri del bosco come se avesse sotto il sedere una da enduro e con questo ho detto tutto sulle sue capacità. Il Pensionato ci è servito per testare la preparazione tecnica della Piratina “Saturnina”e per insegnarle come utilizzare il cambio e le posizioni basilari in sella. Gli alunni dotati si vedono subito, ascoltano e mettono in pratica e non si scoraggiano.
Arrivati alla villa degli inglesi, noto punto panoramico sul Golfo di Baratti, sostiamo per le foto e ci buttiamo giù in discesa verso il mare. Ad accoglierci ci son sempre i resti degli Etruschi che hanno dato valore e senso ad un posto così stupendo che le foto non bastano mai per descriverlo. E’ suggestivo passare a lato delle tombe che risiedono e riposano accanto al mare. Il bosco ti saluta da dietro e ti danno il benvenuto i pini secolari adagiati su tappeti di aghi morbidi, profumati ed inseriti in un patchwork di prato verde lucido ed acceso. Le dune miste di prato e sabbia proteggono il sentiero dal vento del mare e ti lasciano lo scorcio di vista sul blu che si muove ma che noi troviamo piatto e silenzioso. Andiamo sul pratone, costeggiamo la spiaggia e portiamo Cristina a vedere la casa di cemento nel bosco a forma di dinosauro. Poi passiamo sotto la casetta palafitta ad esagono e finiamo, lungo costa, alla spiaggia del Pozzino. Decidiamo di non rientrare dalla Pianura. Cristina stava molto bene e optiamo per la risalita fino a farle vedere il borgo di Populonia.
L’entusiasmo del suo volto ha cancellato ogni traccia di fatica e ci ha dato una grande soddisfazione. Ci rinfiliamo nel bosco e arrivati a circa mezza strada, tutta in salita dove lei non si è mai lamentata, le chiediamo se ha voglia di provare un sentiero un po’ più tecnico dello stradone e lei accetta un po’ titubante. Il Prosecco Team è coinvolgente. Se la cava benissimo e percorriamo a piedi io e lei, solo gli ultimi metri in salita, molto irta e devastata dalle ultime piogge, dove anche io ho difficoltà a salire con la mia mtb. Il rientro verso Piombino, poi è tutto in discesa con una gran bella vista, dove anche Cristina si è rifatta gli occhi, come noi ad ogni uscita.
Ci mettiamo d’accordo con i ragazzi per il giro di stamani, dove i boys hanno studiato un percorso diverso con l’aggiunta di varie difficoltà, viste le buone capacità della Piratina, i cavalli di razza non lasciano dubbi. Sapevano che poteva raggiungere subito un livello superiore, anche alla sua seconda uscita off road. Sapevamo che oggi, la prima vera difficoltà sarebbe stato il freddo e siamo partiti alle 9,30. Anche il “Genna”, noto scalatore del Prosecco Team, recuperato un pò di raffreddore, si è aggiunto a noi. Decidiamo di buttarci subito in salita su per un sentiero stretto e irto e soprattutto senza alcun riscaldamento. Ci infiliamo nel bosco dietro la sede dei Vigili del Fuoco a San Rocco. Cristina si è arrampicata come un capriolo, Il fiatone non mancava a nessuno, vista anche l’aria fina, ma non ha mollato ed è arrivata in vetta, prima meta conquistata. Raggiungiamo il crinale e proseguiamo verso Populonia.
A questo punto decidiamo di proseguire dalla Guardiola, dietro i ruderi della Chiesina. Arrivano i primi sassi in salita ma Cristina ascolta tutti e la sua bici scorre come le nostre. La discesa tecnica, mai fatta prima, la impaurisce ma si impegna e arriva fino in fondo in sella. Nei punti più critici si ferma. Guardandola percepisco le sue difficoltà, erano e sono anche le mie a volte. La faccio respirare per calmarsi e si rimette in sella affrontando la paura ma io so che è brava e che ascolta, Marco la precede e io le sto dietro per tenerla d’occhio e non farla mai sentire sola. E’ brava, scende solo su un paio di massi, si rimette in sella subito e riparte alla rincorsa dei ragazzi davanti. Il Genna da tutte le istruzioni tecniche e i consigli sulle posizioni corrette. Lui che è in bici da quando era piccolo e che ha anni di esperienza in moto cross, per noi è un mentore. Lui si arrampica come un capriolo ovunque. Anche per lui non c’è bici che tenga, è uno di quelli che ha il cosiddetto “manico”.
Arriviamo di nuovo sul crinale scendendo una pietraia. Mitica ce la fa. Proseguiamo sullo stradone per un caffè caldo, molto richiesto dai nostri “buzzetti” infreddoliti, nel borgo di Populonia. Ripartiamo rientrando dal “reciso”. Oggi avevamo in serbo per lei un sentiero non facile per il rientro, il Conventaccio. Sentiero costituito di mangia e bevi, dove devi star pronto alle “pettate” corte, strette e fra gli alberi o sui dirupi e discese con pendenze che non risparmiano la paura a chi non è pratico in sella. Siamo passati accanto ai ruderi del convento infilati fra gli alberi del bosco. Pagherei sapere quanti piombinesi sanno che esistono. Questo sentiero porta fino alla costa alta sul mare. Cristina, anche se stanca, riesce a salire e si ferma solo dove non è pronta alle irte corte rampe che arrivano dopo le lunghe discese. Arriviamo fino alla costa e ci affacciamo sul mare per poi rientrare dalla via di Fossa alle Canne. Si arriva a Cala Moresca, ma il bar è chiuso ed il prosecco di rito andiamo a prenderlo ad un altro bar in tono con i Pirati.
I Pirati con le sirene sono un tutt’uno, come si suol dire, stanno bene insieme. Lei è sorridente e stanca ma soprattutto nei suoi occhi c’è quella luce data dalla felicità di aver fatto l’impensabile. Io la guardo con affetto e deliziata abbraccio il suo sguardo tenero. Questa piccola, scoperta per strada è stata da subito una cara amica. I ragazzi son soddisfatti e veramente contenti di come è riuscita a fare tutto e la promuovono subito al secondo livello. Due livelli in due giorni non sono da tutti e noi lo sappiamo visto che di gente in bici ce ne portiamo. Il brindisino è di rigore ed i saluti e gli inviti a ritornare. Io e lei ripartiamo verso casa e ciabattiamo per strada felici e contente. Anche il freddo ce lo siamo dimenticato. Son sicura che tornerà a pedalare con noi in quello che io chiamo il nostro Paradiso.