grazie a Roberto Checchi
CINQUANTA è uno spartiacque, immaginato, atteso, sognato e disegnato in cielo a colpi di pennello nel modo più radioso, pochi son quelli che lo considerano UN GIORNO COME TANTI.
Son passati sei mesi dai miei cinquant’ anni e il tempo corre così velocemente che mi trovo a festeggiare i tuoi.
COETANEI per poco, ma nonostante tutto è come lo fossimo sempre stati.
Abbiamo condiviso i tuoi successi anche se in verità è pure riduttivo considerarli tali, perché NESSUNO S’ IMBROGLIA se le chiama imprese.
Abbiamo condiviso giornate sbagliate, IO che per la prima volta mi affacciavo sul più importante palcoscenico italiano a raccontare un mondo comune, TU e non ho MAI capito il motivo, che nel medesimo istante eri COSTRETTO ad abbandonare il tuo GIOCO PREFERITO, fatto dì impennate micidiali, di picchiate al cardiopalma e di gatti randagi, nemmeno fossero NERI, che diversamente, come possono esserlo i giorni, ti lasciano alla deriva in balia di un destino avverso.
Ma TU, Uomo di Mare, incarni perfettamente lo spirito del PESCATORE, quello che sfida uragani, burrasche e tempeste, quello che affronta a volto scoperto gli ostacoli imprevisti tra le onde, quello che getta le reti nel punto preciso dove le “acciughe fanno il pallone”, quello che è capace a indirizzare la barca nel porto più sicuro e con lei tutto l’ equipaggio che si porta appresso.
T’ ho visto danzare sul lastricato di Briancon con una facilità tale che solo a raccontarla viene ancora la pelle d’ oca e se non fosse stato per l’ incolpevole e bravo Lanfranchi che in quell’ occasione ti tolse la soddisfazione della vittoria, se schiaccio il tasto del REWIND posso ascoltare nitidamente vent’ anni dopo LA VOCE DELLA MONTAGNA che ti incita e ti acclama e t’ assicuro che non è più successo allo stesso modo. E pensare che eravamo in TERRITORIO OSTILE E NEMICO.
Di te conservo un ESERCITO di fotografie, ne ho cercata una insieme, convinto di averla da qualche parte che sicuramente ho ma non sono riuscito a trovare.
In compenso ho il più bel regalo che potessi farmi.
Ricordo quella mattina di maggio, l’ ora della colazione, la tappa e anche l’ hotel e TU che scendi le scale con la maglietta da corsa in mano e mi chiedi se è necessario aggiungere una dedica.
Credo sia stata la SOLA VOLTA nella quale ho fatto fatica a risponderti. Non mi sembrava vero in quel momento, poter conservare PER SEMPRE QUELLA PICCOLA PARTE DI TE fra gli eterni ricordi che mi porto appresso nel bagaglio a mano della VITA.
Non so che cosa tu stia architettando in occasione dei cinquant’ anni, sicuramente qualcosa d’ imprevedibile, molto di più di quello che mi sono inventato IO tra i bastioni del Castello dell’ Aquila,
Alza il VOLUME della musica e poi prova a perderti tra le costellazioni che portano il nome di animali esistenti o frutto di racconti mitologici, fantasticare nelle previste previsioni dei segni zodiacali o quelle affidate al fato e lasciate indisturbate al loro avverarsi, perdersi per poi ritrovarsi, l’ istante successivo, distanti forse anni luce nel corpo, ma così vicini nell’ anima che sembra sia passato solo un attimo dall’ ultima stretta di mano alla fine di una pedalata insieme.
Nei primi giorni dell’ anno è meraviglioso perdersi in quel planisfero infinito studiato nei dettagli da astrologi, indovini e sibille fin dall’ antichità, le due ORSE sono le più facili da riconoscere, divertente è svolazzare tra le stelle del CIGNO e quelle dello SCORPIONE cercando di evitare la punta dell’ aculeo mortale, gli occhi che scrutano VEGA in attesa dell’ arrivo di un GODOT che mai arriverà o più facilmente quello degli UFO ROBOT, sognati da piccoli nei cartoni animati, osservare dove sono posizionati CASSIOPEA e ANTARES o magari immaginare le imprese d’ impavidi marinai che si affidano da secoli alle indicazioni della STELLA POLARE, forse è arrivato il momento di vivere indimenticabili cavalcate sul dorso del SAGITTARIO, del CAPRICORNO o del LEONE o addirittura provare l’ emozione di un salto nel vuoto, tra un piatto e l’ altro della BILANCIA.
Perdersi, perché ogni tanto è necessario farlo nelle parole, nelle emozioni e nei ricordi di chi ancora è in giro e non si ferma tra quelle meraviglie del CREATO. Perdersi ha lo stesso significato di smarrirsi e proseguire il resto della strada da soli.
PERDERTI NEI SOGNI, i miei, i nostri E IN TUTTO QUELLO CHE C’ E’…..
Buon Compleanno Pirata.