di Roberto Checchi
Le Alpi APUANE portano nel nome le loro caratteristiche essenziali, hanno lineamenti aguzzi, pronunciati, irregolari, prorompenti a tratti paiono spade affilate, a volte pesantissimi martelli che vien voglia di lanciare, variegate un pò come le storie, nessuna è l’esatta copia dell’altra. Quelle montagne che adesso vedi imbiancate, son state un tempo testimoni delle nostre scalate sui pedali. T’ho pensato stamattina mentre procedevo verso la confluenza del MAGRA con il mare, ad accompagnarmi un clima da CAMPAGNA DEL NORD, con i cristallini di ghiaccio che rimbalzavano sulla divisa, il limite di confine tra pioggerella e nevischio. E’ bastato alzare gli occhi e immaginarti lassù a riposare, ogni volta che lo sguardo incrocia il Monte SAGRO e comincia a scrutare attentamente quel profilo, così perfetto che pare un volto scolpito. Provo esattamente la stessa sensazione in estate, venendo giù da Careggine, difficile non far caso a BALDO, la gente di Capanne lo chiama l’Uomo Morto, ma è solo un pastorello che DIO tramutò in montagna perché potesse impedire la visione del mare e i tormenti d’amore che affliggevano una cara amica, che quella sterminata distesa blu genera, alleva e distrugge e si porta da sempre appresso.
TU che per rigor di logica non puoi essere pietra comune, ma ti confondi in ogni ascesa con la BELLEZZA del marmo, TU e le tue venature che solcano e definiscono i muscoli delle gambe scolpiti in modo divino, figli di un PEDALARE elegante ed unico, bagnati dal sole e da un riverbero di luce così intenso che si fa fatica ad osservare con continuità, TU che sei paesaggio che cambia, un pò come la tattica di corsa, mai monotona e sempre diversa, le foreste che fan posto ai torrenti, i castagni che diradano e lasciano spazio a prati vastissimi, strade impervie a tratti impraticabili diventano sentieri dove gli uomini han combattuto una guerra per la libertà e si sono inventati CAVATORI, il mestiere più duro, TU che se ti fossi mimetizzato in una di quelle cavità, è si marmitta, come la chiama la geologia, ma GIGANTE, mai si sarebbero azzardati a darle vezzeggiativi o nomi che le attribuissero un senso di estremamente piccolo, TU collezionista di CUBETTI DI GLORIA e di pietre difformi, appuntite, seghettate, lame di pugnale capaci a far sputare sangue o di squarciare il petto e tirar fuori un CUORE che mai si è arreso. Quello straordinario muscolo che BATTE, s’impenna e s’incazza, SOGNA e ci fa sempre SOGNARE…… Amico Mio, sai che ti dico? Buon Compleanno BALLERO !!!!!!!