di Roberto Checchi
SILENZIO. Le luci si abbassano come ad offuscare la vista, il brusio si affievolisce e tutto resta nella penombra, la mano che stringe il limone appena colto dalla pianta e il racconto su questo insolito palcoscenico nel chiostro di un’ antica Pieve di campagna, comincia lentamente a snocciolare ATTIMI che si riflettono in IMMAGINI quasi fossero i grani di un rosario che scorrono velocemente tra le dita, la storia prende corpo e forma e se ne va in FUGA.
Parole da cercare, frasi e versi che mai e poi mai devono esser FATTI ma al contrario dettati da quella parte interiore non bene identificata per qualcuno, per altri invece coincide con l’ angolo più nascosto del Cielo, che indistintamente ognuno lascia sempre aperto, quasi fosse un portone o il coperchio di uno scrigno segreto, dove i sentimenti hanno libero accesso e nessun vincolo li trattiene per poter entrare e uscire indisturbati. SILENZIO e orecchie dritte, pronte a captare sfumature, dettagli o soltanto sillabe in grado di riallacciare immediatamente il filo di un discorso che necessita esser ripreso in fretta, tra chi scrive e chi legge, chi parla e chi ascolta bruscamente interrotto da un’ imprudenza, nella più tranquilla strada di campagna, una di quelle che non ha nome e come tutte le strade del ciclismo porta quello della collina che attraversa.
Esistono strade larghe ed ampie, quelle strette e tortuose, le strade dissestate, i semplici tratturi e anche quelle improponibili al passaggio della gara, sufficientemente poche, son quelle MALEDETTE.
SGUARDI che la tradizione vuole siano lo specchio dell’ anima, occhi dentro gli occhi alla ricerca di risposte, diretta conseguenza di una domanda che mai vorresti formulare. “PERCHE’?” e di quel fisico atletico perduto, che caratterizzano il più divertente degli incontri, quello che in un mondo meccanizzato, conserva sempre il sapore della cultura contadina, ragione per la quale non resta che ringraziare DIO per aver concesso a noi, due prescelti nel gruppo, fra un’ infinità di privilegiati, d’ incrociarsi quasi vent’anni, tra un chilometro e il successivo, lungo i tornanti e gli infiniti spazi a tratti vivaci e raramente noiosi sulla fantastica strada della STIMA.
SILENZIO, perché? Lontani dal caos, dalla frenesia quotidiana, dall’ accavallarsi di voci, interventi, opinioni indirizzate al predominio di un mondo di forti che punta a schiacciare i deboli o quelle che germogliano da una terra di gente dignitosa che non sopporta la supremazia dei potenti ed alza il volume, tutte non hanno mai fatto al caso nostro, ci piaceva il movimento del PEDALARE e raccontarci viceversa.
TUTTI ZITTI, almeno quel poco che basta per riorganizzare le idee che non ci siamo più scambiati lungo un arco di tempo decisamente ampio, le stesse che vado cercando fra testimonianze personali e conoscenze, le più strette o soltanto di passaggio. Basta un tocco della leva del cambio che fa saltare la catena sul pignone e cambia il passo, per affrontare quel che resta della TAPPA, come fosse il capitolo nuovo di un libro inedito completamente da pensare, scrivere e sfogliare. Se uno dei due traccia il percorso, seguendo fedelmente le caratteristiche di una corsa che non può non essere interessante ed avvincente, l’ altro inizia a rovistare tra i fogli degli appunti perfettamente conservati da qualche parte, per ridisegnare con i colori sul foglio che difficilmente potrebbe essere NERO su BIANCO, questa meravigliosa favola che ha regalato GIOIA per tutto il tempo trascorso insieme ed è bastato un attimo, perché si trasformasse in un peso, che ha troppi punti in comune con il DOLORE.
Nella testa circolano interrogativi totalmente diversi tra loro. Troppe volte ci chiediamo il PERCHE’ delle cose, la loro origine, confrontiamo il BENE e il MALE, allegria e tristezza, vittoria e sconfitta.
La DISCIPLINA, il tuo modo di pianificare o diversamente improvvisare l’ esito della competizione se il “gioco” inizia a farsi duro è NARRATIVA, la mia, che è soprattutto fantasia ed evasione che contrariamente a quello che si possa pensare viaggiano affiancate, ma s’ incrociano raramente affinché il risultato finale sia avvincente.
Esiste la cronaca, quella riportata dal giornale per immortalare il fatto nudo ed esistono IMMAGINAZIONE e CREATIVITA’, armi paurose che pochi possiedono, abili a raccontare la materia della quale nessuno è completamente PADRONE, ma per uno straordinario insieme di CAPACITA’ ognuno riesce a far sua, trasformandosi in COSTRUTTORE DI SOGNI e conquistatore di FORTUNA, l’ aspetto complice e bello di ogni immensa soddisfazione, che può essere soltanto BUONA !!!