VICEVERSA
Lo Sport, tutto è un grande aeroporto. Tutti indistintamente partiamo da punti cardinali diversi dispersi nel mondo, i piccoli paesi di provincia lasciano il posto a megalopoli, veri e propri labirinti di strade, ci distinguono differenti esperienze, con bagagli diversi, dentro i quali la priorità va alle speranze di ognuno, mettiamoci dentro anche un tipo di preparazione atletica diversa perché il fisico non è mai lo stesso e la testa ancor di più. Tutti indirizzati verso un obiettivo che nella maggioranza dei casi è ARRIVARE più lontano possibile.
E’ risaputo che lo sport è scuola di VITA perché forgia il carattere, insegna il rispetto verso l’ avversario e soprattutto verso i compagni quelli che si fanno in quattro per te e da te aspettano che la medaglia esponga l’ altra faccia, almeno questa dovrebbe essere la funzione principale e lo spirito con cui scendiamo in campo per lottare.
Vi parlavo di STRADE, vere e proprie arterie nelle quali scorre sangue di gloria magari soltanto immaginata o conquistata in battaglia.
Le STRADE non sono assolutamente tutte uguali e se si escludono le scorciatoie che alla fine dei conti portano poco lontano, tutte le altre seguono una distinzione netta che alterna rettilinei totalmente piatti ad impennate in salita che ogni volta che le affronti, tirano fuori la nostra PARTE MIGLIORE, quella utile a potersi districare tra le insidie che ogni disciplina intesa come competizione o il gioco, ci pone davanti in più di un’ occasione.
LA VITA DOPOTUTTO E’ COSI’, un insieme di pugni dati e presi.
“Se dovessimo spiegare in pochissime parole…” l’ amicizia, è un complesso meccanismo capace a governare armonie, interscambi di sensazioni, mixaggi di percorsi quasi fossero solchi di vinile, racconti di vita costruiti piano piano nel tempo, quelli ETERNI hanno fondamenta così solide che per abbatterli non basterebbero nemmeno JEEG ROBOT D’ ACCIAIO e il GRANDE MAZINGA.
In quarant’ anni di CICLISMO posso assicurare che ho conosciuto di tutto.
In questa Sangria, forse troppo alcolica, miscellanea di sapori si sono confusi tra loro la SINCERITA’ all’ ARRIVISMO più cupo, le soddisfazioni hanno a volte ceduto il posto a delusioni cocenti, è successo pure che la FELICITA’ suo malgrado, è diventata PIANTO e se nella maggioranza dei casi ha coinciso con la GIOIA non sono mancate le giornate della RABBIA e quelle degli ADDII, che sono separazioni, allontanamenti, distanze incolmabili.
Alcune STRADE son vere e proprie piste, luoghi inventati e immaginari senza destinazione né meta, ci pensavo poco più di un mese fa tra le dune del deserto di RUB’ AL KHALI, itinerari di viaggio alla ricerca della serenità, la prova di accertare la tranquillità degli affetti e sono sempre più convinto che esistono posti sulla terra dove le anime si ritrovano e iniziano il loro frenetico girotondo festante e se in un continente sono trasportate dal VENTO e si abbandonano nei mulinelli d’ aria che si rincorrono tra la sabbia da tutt’ altra parte nel mondo, è esattamente la stessa sensazione provata a Vatnajokull tra i ghiacci dell’ Islanda ad osservare quelle nuvolette di vapore che scelgono di lasciarsi cullare dall’ acqua e scivolano sulla pietra scavata, come da un trampolino per i tuffi vengon giù fragorose cascate.
STRADE che non ci sono perché non puoi chiamarle così, quelle che t’ han cresciuto, t’ hanno fatto succhiare latte materno, nettare indispensabile per cavartela a saltare ostacoli imprevisti fino a diventare PRINCIPE indiscusso di tratturi di campagna dove l’ acqua leviga i ciottoli fino a trasformarli in lame di coltelli e il primitivo muschio li impregna a creare una tagliola micidiale trappola per le ruote che non da via di scampo. In certi casi ristagna e da un equilibrio instabile.
E’ su queste strade che ti vengo ogni volta a cercare, sicuro che un giorno non troppo lontano, T’ INCONTRERO’.
STRADE che seguono esattamente l’ andamento delle nuvole, quelle che VANNO, VENGONO, OGNI TANTO SI FERMANO.
Son passati DIECI ANNI ed è strano che ogni volta che ci penso, TUTTO SCORRE davanti agli occhi senza dimenticare assolutamente nulla.
La bici, la campagna del Chianti, i compagni d’ allenamento, il telefonino che quella mattina non avrei MAI voluto aprire forse è l’ unica cosa che nel frattempo ho cambiato e poi i percorsi, la fatica in sella che più gli anni avanzano e più cresce, gli incontri nelle occasioni speciali e soprattutto quelli improvvisati, la tua CASALGUIDI che almeno una volta all’ anno in occasione della Fiera, sento anche mia e i PENSIERI che non sono soltanto RICORDI ma un ALBUM di FOTOGRAFIE a colori che non mi stanco mai di sfogliare.
STRADE fatte di parole o quelle caratterizzate da lettere MAI inviate conservate nei cassetti che compongono un prezioso DIARIO d’ insegnamenti, gli stessi che ritrovo in tutti quelli che non smettono di volerti bene.
STRADE che non hanno una risposta che magari dall’ altra parte siamo impossibilitati ad inviare per l’ assenza di cassette della posta, ma che arriva comunque attraverso SEGNALI, RESPIRI e BATTITI che ognuno è capace d’ interpretare a modo suo e se gli sguardi riuscissero ad incrociarsi capiresti che….
“TU MI FAI STARE BENE QUANDO IO STO MALE E VICEVERSA…….”
di Roberto Checchi