Pubblico questa missiva in forma anonima, pervenutami recentemente alla mia pagina facebook.
Nella vita capita di arrabbiarci per cose futili, di non apprezzare cose semplici come una giornata insieme alle persone care, una giornata di sole. Ma quando quest’ultima ti mette di fronte a delle cose che si danno per scontate, ti cambiano il modo di vivere. Ho 35 anni, sono un ciclista amatoriale che dopo anni di agonismo, decide di godersi la bici per il puro divertimento e per pura passione. All’età di 35 anni mi sono ritrovato ad affrontare la salita più dura della mia vita: un tumore. Quando i medici mi hanno dato il referto, avrei voluto che fosse un film. Mi è caduto il mondo addosso. Con il sostegno morale della mia famiglia, sono uscito dall’ospedale e ancora con i punti di sutura, ho inforcato la mia bici e ho iniziato a pedalare. Già, perché inizi ad apprezzare ancora di più cosa significa un giro anche breve in bici, con una tiepida giornata invernale, dove sui pedali senti te stesso. Sto ancora lottando contro la mia malattia, ma tutti sappiamo che dopo la salita, ci si mette una mantellina e si scende. Essere un ciclista mi ha aiutato a capire anche le avversità della vita. In una società molto frustrata è stressata, in molti dovrebbero prendere una bici e pedalare. Così funziona la vita