il saluto di Roberto Checchi a Andrea Manfredi
E’ un cielo terso, che sovrasta paradisi incontaminati, isole bellissime e verdi foreste rigogliose. Bianchissime e infinite spiagge di sabbia finissima e crea un riverbero così accecante che non vorresti mai abbandonare. Quello stesso cielo, solo all’apparenza protettivo, all’improvviso diventa nero e si squarcia. Il DESTINO degli uomini è ancorato a fili sottilissimi, mossi da qualche divinità che veste i panni del burattinaio e decide le sorti del tuo KARMA. Dall’altra parte del mondo cerchiamo FORTUNE che fatichiamo a trovare in un’ EUROPA di vassalli, valvassori e valvassini ed è questa la ragione che spinge verso una GLORIA nella maggioranza dei casi vana. FORSE, comunque sia misteriosa, sconosciuta, nascosta tra la giungla dell’ INDONESIA e le città che sanno ancora di antico, mistico, magico e affascinante. STRADE nuove da affrontare a colpi di pedale o magari da camminare in lungo e largo, mentre l’ immagine del successo si specchia sulle lussuose vetrine dei negozi e aspetta di librarsi in volo con il suo MANTRA, sulla vastità del mare. Un tempo non troppo lontano, in occasione di una presentazione della squadra, sul palco di Boscotondo, anch’io ho raccontato le tue fughe, i distacchi, il sapore amaro delle sconfitte e quello zuccherato dei trionfi, t’ho visto cadere e poi di scatto rialzarti, t’ho pure visto incazzato, quando la fatica non ripaga mai un risultato sperato. T’ho rivisto adesso, fra le notizie di un telegiornale che scrutano e scandagliano senza pietà i fondali e le profondità delle fosse di un mare nel quale si è inabissato quel volo di progetti e speranze, le stesse che t’hanno fatto scalare montagne e t’hanno affiancato nelle pericolose discese, quelle che oggi ti permettono di respirare il profumo intenso delle orchidee d’ Oriente. Che la serena PACE dell’anima, ristoro confortevole di ogni corridore guerriero, impavido combattente, possa viaggiare al tuo cospetto e dissetarti per l’eternità, ANDREA.
belle parole!