Qual è per antonomasia il Paese delle biciclette?
Non è difficile indovinare… sicuramente l’Olanda!
Ed io e Luca non potevamo programmare una vacanza in Olanda pensando di visitare questo caratteristico e pittoresco Paese con un mezzo di trasporto diverso dalla bici!
L’idea del giro dei Paesi Bassi in bici frullava nella mia mente già dall’estate dopo il Cammino di Santiago, poi vacanze alternative avevano un po’ depistato le attenzioni fino ai primi mesi del 2012 quando decidemmo di concretizzare questo nuovo sogno!
Fu durante un’uscita domenicale di inizio anno con gli amici de La Feraglia che, salendo il Pinone, parlammo del progetto con Lorenzo il quale espresse il desiderio di potersi aggregare e fu così che formammo la combriccola delle future vacanze 2012.
In realtà non ci fu molto da programmare se non alcuni dettagli logistici sul viaggio in auto per raggiungere il nord Europa e di fatto, anche per alcuni problemi familiari, decidemmo la data di partenza e buttammo giù qualche idea di tragitto solo a metà luglio.
Io e Luca avevamo tutto il necessario per la ciclo vacanza, Lorenzo si attrezzò di tutto punto e fissammo la data di partenza per il giorno di martedì 7 agosto 2012 quando finalmente ci mettemmo in marcia verso Rotterdam con la nostra Grande Punto che portava verso indimenticabili soddisfazioni tre amici, tre bici e pochi bagagli!
La partenza
7 Agosto 2012, Prato – Rotterdam (1330 km. in auto).
Il viaggio in auto sembrava non avere fine, ci separavano dalla reale partenza della vacanza ben 1330 km che diluimmo in turni di guida per sopportare al meglio l’inattività del viaggio in auto nonostante non mancassero guide da leggere, percorsi da studiare, km da calcolare e programmi da fare!
L’arrivo a Rotterdam nel tardo pomeriggio ci spiazzò un po’, una città dalle dimensioni mastodontiche, la città del più attivo porto Europeo, un traffico enorme per le strade ma che si muoveva con un ordine e una compostezza che ci lasciò letteralmente a bocca aperta già dai primi momenti. Grazie all’aiuto del navigatore non fu difficile trovare l’albergo che, in previsione di eventuale ritardo, avevo pensato di prenotare da casa: era un tipico edificio olandese, con la facciata stretta avente solo un paio di finestre per piano ma era alto almeno 5 piani, era affilato ad una schiera di edifici simili e per aprire la porta c’era un tastierino numerico sul quale digitare il codice che avevo ricevuto nella conferma della prenotazione; avevano riservato per noi posti all’ultimo piano, raggiungibile da una scala ripidissima, fatta di scalini strettissimi, tutta rivestita di moquette rossa. Prendemmo posto, scaricammo i bagagli e chiedemmo consiglio all’albergatore su dove lasciare la macchina per i successivi 15 giorni poiché da allora non avremmo usato altro mezzo che la bici, proprio come gli olandesi! Ci consigliò il parcheggio della stazione alla periferia nord della città poiché gratuito e sempre molto frequentato, la sua proposta ci lasciò scettici sulla sicurezza del luogo e lui si stupiva della nostra paura perché secondo lui il nostro veicolo in un parcheggio come quello era più che sicuro. Decidemmo di fidarci di lui non prima di avergli spiegato che da noi lasciare l’auto per 15 giorni nel parcheggio di una stazione periferica non è poi una grande garanzia sull’incolumità del veicolo. Partimmo in auto alla volta della periferia nord, raggiungemmo il parcheggio, scaricammo le bici, lasciammo l’auto e pedalando ci avviammo di nuovo verso il centro della città, ovviamente percorrendo le piste ciclabili che fiancheggiano le strade principali per raggiungere ogni dove.
Nonostante la stanchezza del viaggio in auto dopo cena ci regalammo un giro in bici notturno per le vie della città prima di coricarci con l’euforia necessaria per risvegliarsi al mattino alla volta di questa nuova avventura.
Il giorno successivo fu dedicato totalmente alla visita di Rotterdam, è la seconda città dell’Olanda, una città molto moderna, privata della propria storia monumentale dalle bombe della seconda guerra mondiale, totalmente ricostruita nei decenni successivi e sviluppatasi come città portuale (il più attivo porto europeo) grazie alla favorevole posizione, una città attiva e frenetica totalmente concentrata sulla propria economia, dove le auto e le bici si fermano quando l’asfalto dei ponti si alzano in verticale al passaggio di ogni nave.
La permanenza a Rotterdam ci lasciò notare da subito il valore della bicicletta nelle città studiate per muoversi soprattutto con questo mezzo, le signore vanno a lavoro in ufficio in bici abbigliate di tailleur e tacchi alti, spesso accompagnando prima i figli a scuola trasportandoli nel caratteristico carrellino anteriore in legno. Lo stesso è normale, ma per noi strabiliante, vedere eleganti manager sfrecciare sulle ciclabili in mezzo ai ragazzini che vanno a scuola e alle signore che vanno a fare spesa. Sulle ciclabili di città la bici regna sovrana, la circolazione principale, seconda solo a quella delle navi, è da considerarsi quella dei velocipedi, le piste ciclabili sono regolamentate da intersezioni semaforiche che, grazie a delle pedane posizionate alcuni metri prima dell’incrocio, fanno in modo che all’avvicinarsi dei velocipedi questi trovino subito il semaforo verde e quindi abbiano via libera a discapito delle auto che ad ogni passaggio di bici si vedono comparire il rosso. Anche i parcheggi per le bici furono una sorpresa, enormi, a più piani, capienti ma soprattutto… sempre pieni! Impossibile quantificare il numero delle bici che si vedevano… tipiche olandesi, sportive, mountain bike, moderne, obsolete, rugginose, colorate, con il cambio, senza freni, tandem, carrellini… ma nessuna bici elettrica e nemmeno uno scooter… decisamente un altro mondo!
Nel pomeriggio all’ufficio del turismo di Rotterdam comprammo le apposite cartine indicanti tutti i tracciati ciclabili del Paese in modo da poter pianificare i percorsi alla perfezione già dal giorno dopo.
Cenammo in un caratteristico locale del quartiere di Delfshaven, in un clima molto confidenziale che ci portò a colloquiare con i presenti per tutta la sera, inoltre i gestori del locale ci furono di grande aiuto poiché ci aiutarono a disegnare quello che alla fine sarebbe stato il nostro giro dell’Olanda, sconvolgendo un po’ quanto già pianificato ma dandoci preziose dritte sia sulle strade più favorevoli sia su alcune località che secondo loro non avremmo potuto mancare di visitare.
Tipica bici con carrellino anteriore per il trasporto dei bambini.
Le nostre mtb a Rotterdam.
9 Agosto 2012, Rotterdam – Delft – Harlem (97 km.)
Lasciammo Rotterdam di prima mattina dirigendoci verso la costa, più precisamente avevamo programmato di raggiungere Harlem passando per le dune di sabbia sul Mare del Nord visitando durante il tragitto la turistica cittadina di Delft, un posticino incantevole famoso perché rappresentato nelle pitture di Vermeer e per le celebri “maioliche di Delft” realizzate in porcellana bianca e azzurra, e passando inoltre dalla grande città di Den Haag (L’Aia) dove facemmo un rapido giro dando una fugace sbirciata al palazzo residenza della famiglia reale e al palazzo ove ha sede la Corte Iternazionale di Giustizia delle Nazioni Unite. Ovviamente girovagando per la grande città ci perdemmo e non fu semplice ritrovare la direzione giusta per essere ricondotti verso la ciclabile delle dune.
Alla fine rimboccammo la strada giusta e ci incamminammo di nuovo per il surreale paesaggio delle dune, sono vere e proprie montagne di sabbia portate sulla costa per difendere le terre dalla “fame” del mare; la pista ciclabile è una striscia di asfalto che si snoda tra la sabbia tra ambigui sali e scendi e con un costante vento contrario, ci rendemmo conto da subito che se anche in Olanda non avremmo trovato salite ad inimicarci il tracciato avremmo incontrato un costante vento a ricordarci che la nostra vacanza non sarebbe stata proprio una passeggiata….
La ciclabile delle dune ci condusse alla prima della tante località di mare poste sulla costa, Katwijk aan Zee, un paesino ricco di turisti attraversato da una strada centrale piena di negozi che termina nella piazzetta principale proprio ai piedi della duna al di la della quale lo sguardo si perde su una spiaggia immensa e un mare senza fine. Fummo stupiti dal fatto che sul freddissimo Mare del Nord ci fossero località balneari con spiagge attrezzate, piene di turisti e soprattutto ci stupirono quei pochi folli che, forse non avendo mai apprezzato il tepore dell’acqua del nostro Mediterraneo, addirittura facevano il bagno in quelle gelide acque. Nella piazzetta di Katwijk aan Zee consumammo il pranzo presso un piccolo bar e ci rimettemmo in cammino lungo le dune.
Nel primo pomeriggio giungemmo alla mèta stabilita ovvero la olandesissima cittadina di Haarlem, un centro raccolto ricco di edifici storici e chiese maestose, vie ricche di divertenti bar e interessanti ristoranti, insomma il luogo giusto da visitare in un pomeriggio. Alloggiammo in un albergo vicino a Grote Markt, la piazza centrale, e parcheggiammo le nostre bici in un parcheggio coperto e custodito, organizzato per posteggiare le bici su due livelli, realizzato in un edificio storico dove si possono lasciare le bici in sicurezza alla modica cifra di 1 euro al giorno.
Katwijk aan Zee, il Mare del Nord
Lungo la ciclabile delle dune
10 agosto 2012, Haarlem – Amsterdam (20 km.)
Il tragitto da Haarlem ad Amsterdam fu una passeggiata in ciclabile tanto che scegliemmo di indossare abiti civili anziché le nostre comodissime tute da ciclista; raggiungemmo la capitale in poco tempo e ci dirigemmo subito alla stazione centrale dove si trova l’ufficio del turismo, avevamo intenzione di trovare subito un alloggio per addentrarci alla visita della città anche se avevamo già deciso che saremmo rimasti ad Amsterdam per più giorni. Alla stazione di Amsterdam fummo folgorati dall’immenso parcheggio per le biciclette… una piattaforma galleggiante metallica e a più piani dove erano depositate una quantità indefinita e indefinibile di velocipedi… Fortunatamente non eravamo gli unici turisti a bocca aperta e sotto shock derisi dai cittadini che ci guardavano fotografare uno scenario a loro tanto comune quanto a noi tanto insolito.
L’alloggio che scegliemmo non era troppo economico e non era nemmeno vicinissimo al centro ma la disponibilità alle porte di ferragosto non era esagerata e comunque in bici avremmo raggiunto bene il centro in ogni caso quindi ci dirigemmo a lasciare i bagagli.
Amsterdam è una capitale europea strana, le altre città risuonano imponenti e autorevoli mentre Amsterdam è irriverente, intima e accessibile, forse perché è una città all’avanguardia e di grande apertura mentale sicuramente non impone soggezione e si lascia visitare da qualunque tipo di turista, dagli intenditori d’arte e di storia come dai giovani in cerca di koffieshop o prostitute.
Durante la nostra permanenza ci concedemmo giri in bici nella periferia, attenta visita alla zona centrale, la visita alla casa di Anna Frank, passeggiate notturne nel turistico quartiere a luci rosse, la visita al museo di Van Gogh, un giro nel grande Oosterpark, qualche panino con cipolla e aringa cruda e le inevitabili soste nei tipici bruin cafè e birrerie.
L’arrivo ad Amsterdam lungo la ciclabile
Il parcheggio della stazione centrale di Amsterdam
12 agosto 2012, Amsterdam – Alkmaar – Schagen (120 km.)
La ripartenza da Amsterdam prevedeva un tracciato verso nord lungo la costa interna dello IJsselmer ovvero il grande lago nato all’interno dello stato dopo la costruzione della diga del nord. Questo fu il primo tratto del nostro viaggio che riuscimmo davvero ad apprezzare a livello paesaggistico, trovammo i panorami e i paesaggi che ci aspettavamo, piste ciclabili che si snodano tra i pittoreschi paesini della periferia di Amsterdam e poi piste ciclabili immerse nei prati verdi a perdita d’occhio pieni di mucche bianche e nere a brucare un’erba del verde più acceso che si possa immaginare, piste ciclabili costeggianti i canali ove non è raro pedalare a pari livello delle navi, è in questo tratto particolarmente soleggiato e ventoso che si iniziavano a scorgere i famosi mulini a vento che tanto desideravamo vedere, ci regalammo pertanto una sosta per una visita guidata ad un vecchio mulino ristrutturato.
Ripartimmo per raggiungere prima il borgo di Volendam e subito dopo quello di Edam, entrambi i paesi in passato furono grandi località portuali punti di riferimento per la pesca da dove partivano anche le baleniere dirette al mare del nord. Dopo la costruzione della diga sono divenute città turistiche soprattutto per la pratica di attività sportive come il wind surf. Proseguimmo la marcia ancora verso la città di Alkmaar e la tappa si concluse a Schaghen, una cittadina nel nord dell’Olanda che non presenta particolari attrazioni turistiche ma che per noi era posizionata in maniera piuttosto strategica sia per il ragionevole orario di arrivo che per il fatto di essere abbastanza vicina alla diga del nord che avremmo attraversato l’indomani.
Alloggiamo in un albergo in zona centrale che avevamo trovato navigando su internet grazie alla connessione wi-fi di un McDonalds poiché vi sostavamo nel pomeriggio, quando li trovavamo sul tragitto, in caso di necessità per consultare internet e bere una coca cola.
Mulini a vento
Ciclabile e canale
13 agosto 2012, Schagen – Bolsward (100 km.)
Ripartimmo alla volta della diga del nord augurandoci che per un giorno ancora il tempo ci fosse amico perché in caso di maltempo la traversata non sarebbe stata troppo piacevole, fortunatamente fu una bella giornata e raggiungemmo in breve tempo la diga.
La diga di sbarramento (Afsluitdijk) fu costruita nel 1932 per strappare le terre al mare del nord creando inoltre un importante collegamento via terra tra la regione del Noord Holland e la regione della Frisia, si tratta di fatto di una massiccia e imponente struttura ingegneristica lunga 32 km. su cui si trovano l’autostrada e la pista ciclabile, che suddivide lo Zuiderzee dall’JIsselmeer che originariamente era mare ma che oggi è diventato un lago d’acqua dolce poiché alimentato dal fiume JIssel.
Percorremmo la diga fermandoci in mezzo ad essa per consumare il nostro pranzo poiché avevamo acquistato pane salumi e formaggio al supermercato di Schagen non sapendo dopo quanto avremmo trovato il primo paese, fu un pranzo davvero speciale… soffiava un vento fortissimo che ci ricordava con nostro piacere dove ci trovassimo!
Attraversando immense campagne ci dirigemmo verso la meta che avevamo prestabilito ovvero la cittadina di Sneek, purtroppo però a soli 30 km. dalla città, quando era già pomeriggio inoltrato ci trovammo a dover affrontare la prima difficoltà tecnica della vacanza. In un punto di ciclabile quasi in mezzo al niente che costeggiava una superstrada la ruota posteriore della bici di Luca si schiantò, ci fermammo per ripararla ma ci rendemmo conto che non avremmo potuto farlo poiché il problema non era la foratura della camera d’aria bensì la totale rottura del copertone. Non avevamo molte soluzioni se non quella di prendere la ruota lasciando Luca li e dirigerci verso un negozio di bici nel primo paese vicino. Successe una cosa per noi stranissima, una di quelle cose che si possono giustificare solo con lo zampino divino, qualcosa che in seguito ci fece parecchio riflettere sulla bella gente che si conosce andando a giro per il mondo.
Mentre smontavamo la ruota passò sulla ciclabile un signore di mezza età che ci chiese se avevamo bisogno di aiuto, io gli spiegai quanto accaduto e lui rispose solo dicendomi “wait here, don’t live this place, I’ll back with my wife, she kwons english, she surely can help you”. Dopo pochi minuti fummo raggiunti da un’auto condotta da una signora sulla cinquantina, bionda, corpulenta e con un viso simpaticissimo, ci spiegò essere la moglie del tizio che si era fermato poco prima e di essere venuta lì per aiutarci, disse che sarebbe andata lei in auto a riparare la ruota di Luca. Senza troppo pensare decidemmo di fidarci di lei, essendo io l’unica che parlava inglese salii a bordo e mi lasciai portare da lei dove credeva meglio. Girammo prima i quattro negozi di bici di Bolsward ma essendo lunedì li trovammo tutti chiusi, allora la signora decisa e determinata ad aiutarci prese l’autostrada e si diresse verso la più grande città di Sneek, dove avremmo dovuto fare tappa anche noi. Fu a Sneek che trovammo un negozio di bici che, nonostante fosse affollatissimo, grazie alle raccomandazioni della signora in pochi minuti la ruota venne riparata.
Durante il tragitto in auto la signora Koops mi disse di essere Pastore della chiesa Protestante, mi spiegò molte cose sulla Frisia e sulla cittadina di Sneek mi parlò ad esempio della gara di pattinaggio su ghiaccio più famosa al mondo ovvero la Elfstedentocht che si snoda su un percorso di 200 km., attraversando ben 11 città della regione, snodandosi tutta su canali ghiacciati e dimostrava il suo rammarico sul fatto che già da alcuni anni questa gara non si fosse svolta perché non era mai stato tanto freddo da ghiacciare a sufficienza i canali.
Insomma tra un racconto e l’altro ritornammo da Luca e Lorenzo che ci aspettavano per rimontare la ruota della bici e ripartire, purtroppo nonostante l’aiuto della signora Koops si era fatto troppo tardi per raggiungere Sneek e trovare dove alloggiare pertanto fummo costretti a rimanere a Bolsward. Non potendo però usufruire della rete wi-fi di McDonalds sarebbe stato complicato anche trovare un alloggio, fu allora che la signora Koops ci invitò a casa propria, ci propose di dormire da lei ma rifiutammo chiedendo solo un ulteriore aiuto per cercare dove dormire. La signora ci trovò un alloggio per la notte in paese e tentò di spiegarci come raggiungerlo ma capì subito che non avevamo capito nulla e ordinò al marito di accompagnarci nonostante fosse tarda sera. Cercammo in tutti i modi di contraccambiare al grande aiuto ricevuto ma non accettarono denaro e continuavano a ribadire che in Frisia usa così, che è normale aiutare i turisti in bici, che anche il marito sovente viaggia in bicicletta ed è giusto aiutare chi è in difficoltà. Insomma… secondo loro era tutto ordinario e secondo me è stato un miracolo sceso dal cielo in mezzo al niente solo per noi! Al ritorno a casa decisi di spedire loro una latta di olio d’oliva della nostra Toscana poiché ne parlammo durante il viaggio in auto e spero di cuore che l’abbiano apprezzato quanto noi apprezzammo il loro preziosissimo aiuto.
La serata si concluse a Bolsward nel bed & breakfast di proprietà di un amico del sig. Koops, eravamo gli unici ospiti e abbiamo avuto anche il dubbio che avessero aperto apposta per noi, un posto carino in un paese praticamente deserto.
La diga del nord
14 agosto 2012, Bolsward – Zwolle (130 km.)
Dopo un’abbondante colazione riprendemmo il viaggio dirigendoci verso la costa orientale dell’IJsselmeer per visitare il pesino di Hindelhopen, consigliatoci dai ristoratori di Rotterdam coi quali pianificammo il viaggio la prima sera, e con l’euforia di percorrere ancora le ciclabili della bellissima Frisia coi suoi campi verdi, le mucche e i famosi cavalli di razza frisona. In effetti l’aspettativa non fu tradita e pedalavamo guardando qua e la increduli del paradiso in cui ci trovassimo, le ciclabili attraversavano immense fattorie, una natura davvero incontaminata e frequentata da sole persone in bicicletta, la campagna più tranquilla che si possa immaginare.
Dopo il pranzo presso una fattoria che produceva anche gelato con il proprio latte e la sosta ripartimmo accelerando quanto più possibile il passo in quanto in questa zona non avevamo altre tappe turistiche ove soffermarci e la meta era ancora lontana, durante il tragitto iniziò a piovere, fu questo l’unico giorno in cui dovemmo viaggiare per un po’ di tempo sotto l’acqua, fortunatamente eravamo attrezzati a dovere anche perché la pioggia del nord Europa pur essendo agosto in agosto non è affatto calda!
Pascoli della Frisia sull’IJsselmeer
Verso Zwolle sotto la pioggia
15 agosto 2012, Zwolle – Arnhem (95 km.)
Il giorno di ferragosto ripartimmo alla volta di Arnhem, lasciata la Frisia il paesaggio si faceva più monotono e sicuramente più urbano, dopo la tappa piuttosto lunga del giorno prima eravamo un po’ stanchi ma ci dovemmo imbattere in un percorso non totalmente pianeggiante, attraversammo il caratteristico Parco Nazionale di Hoge Weluve, una foresta senza fine che sembrava davvero averci trasportato in un altro paese, così distante dai canali del Noord Holland e dagli immensi pascoli d’erba della Frisia.
Ad Arnhem alloggiamo all’ostello della gioventù, un luogo sperduto in un bosco ma comunque molto frequentato da ragazzi dove oltre che alloggiare potemmo sentirci davvero qualche anno più giovani!
Foresta nel Parco Nazionale di Hoge Veluwe
Ciclabile tra i campi di lavanda nel Parco di Hoge Veluwe
16 agosto 2012, Arnhem – Utrecht (70 km.)
La tappa di oggi sarebbe terminata nella città di Utrecht, una tra le più antiche città olandesi. Il tragitto per raggiungerla non ci regalò particolari emozioni e in breve tempo arrivammo in città. Decidemmo che avremmo alloggiato in uno degli ostelli che ci consigliava la guida ma il posto fu a dir poco deludente, sporco tanto da sfiorare i limiti della decenza e frequentato da persone dall’aspetto poco raccomandabile. Comunque scegliemmo di non cercare altro per non perdere tempo e ci dirigemmo a visitare il centro. La città non ci deluse, è l’unica dell’Olanda i cui canali hanno le banchine, molto turistica e piena di universitari ad aggiungere animo al bellissimo centro medioevale, trascorremmo il pomeriggio tra passeggiate e brevi soste nei locali tipici con tavolini sulle banchine dei canali oltre che una piacevole serata in un ristorante tipico prima di coricarci in attesa dell’ultima tappa che ci avrebbe riportati a Rotterdam.
Utrecht, partenza per il ritorno a Rotterdam
17 agosto 2012, Utrecht – Rotterdam (90 km.)
L’uscita dalla città di Utrecht fu poco più semplice di un labirinto, rintracciare la ciclabile per Rotterdam non fu affatto facile perché in vari punti essa si mescola al traffico veicolare e questo complicò il nostro andare oltre che a riportarci un po’ alla dimensione da cui provenivamo.
Il tragitto passava dalla piccola città di Gouda che non perdemmo occasione di visitare, diventata famosa per il formaggio olandese più esportato è anche un grazioso centro, qui facemmo tappa obbligatoria ad uno dei negozi tipici e decidemmo di comprare qualche souvenir gastronomico che avrebbe nostro malgrado avuto anche funzione di zavorra ma ci pareva proprio un atto dovuto, impossibile resistere alle mille varietà di formaggi diversi con altrettanti sapori e altrettanti colori, un vero spettacolo dei sensi!
Ripartiti da Gouda ci fermammo dopo poco per il pranzo e arrivammo a Rotterdam nel primo pomeriggio, la ciclabile entrava in città esattamente dalla zona in cui avevamo parcheggiato la macchina al nostro arrivo, fu bello riscontrare che erano fondate le certezze dell’albergatore di Rotterdam poiché trovammo la macchina al suo posto ma soprattutto totalmente indenne; il tempo di una foto ricordo, una lavata al volo, un cambio veloce d’abito e via in partenza diretti al rientro.
Il viaggio di ritorno ci vide far tappa nella città stato di Lussemburgo, tornammo a casa la sera del giorno successivo con un bagaglio pesantissimo di malinconia da rientro mista a felicità per la nostra vacanza perfettamente riuscita grazie all’ottima compagnia, al giusto spirito sportivo, alla giusta dose di adattamento alle situazioni, un’esperienza emozionante perché vissuta a contatto con una realtà e una natura esageratamente diverse da quelle di casa, in quasi totale assenza di traffico veicolare, accarezzati da sole e vento ma senza soffrire nemmeno un po’ del solito caldo di agosto.